..NON DIMENTICHIAMO..... |
Canto Ebraico a cura degli alunni della scuola Secondaria di primo grado
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Momento musicale interpretato dai docenti
Arrigo Rosaria, Montuori Nicol, Panfili Andrea |
Se questo è un uomo |
Inaugurazione mostra disegni e attività degli alunni alle ore 14,30
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Thomas Geve
Sono nato nell'ottobre del 1929 a Stettino, sulle rive del Baltico. Avevo poco più di tre anni quando Hitler salì al potere, nel gennaio del 1933. L'unico universo di cui avessi memoria fu quello della repressione e della persecuzione. Avevo tredici anni quando fui mandato ad Auschwitz con mia madre. Era la fine di giugno del 1943. Poiché dimostravo più della mia età, ebbi la fortuna di essere considerato abile al lavoro. I bambini sotto i quindici anni erano inviati direttamente alla camera a gas. A parte un altro ragazzo, uno zingaro di nome Jendros, allora ero il più giovane dei 18000 internati nel campo di Auschwitz I. Avevo il numero di matricola 127003. Mia madre fu mandata a Birkenau e lavorava alla fabbrica «Union». Purtroppo non sopravvisse. Dopo l';evacuazione di Auschwitz sono stato nel campo di Gross-Rosen, nel gennaio del 1945, e poi a Buchenwald, dove sono stato liberato l'11 aprile 1945. Prima di quel giorno non avevo mai conosciuto la libertà. Ero gravemente debilitato e avevo perso le unghie dei piedi per l' attrito contro gli zoccoli di legno e per la denutrizione. Troppo malridotto per lasciare la mia baracca, il blocco 29 quello dei prigionieri antifascisti tedeschi, vi rimasi più di un mese dopo la liberazione del campo. Fu allora che eseguii una serie di settantanove disegni miniaturizzati, a colori, delle dimensioni di una cartolina, per illustrare i vari aspetti della vita in campo di concentramento. Li feci essenzialmente con l'intento di raccontare a mio padre la situazione cosi come;era realmente stata. Noi siamo liberi-L’incubo è finito detenuti di Buchenwald si liberano Era l'11 aprile 1945, fra le tre e le quattro del pomeriggio. [...] Il mio disegno si è rivelato sorprendentemente fedele alla realtà... Cinque riflettori, l'orologio del campo segna le tre e un quarto, come oggi. Di questo disegno è stato fatto un ingrandimento, che è stato scelto per simboleggiare il cinquantenario della liberazione del campo di Buchenwald. PERCORSI DI MEMORIA-frammenti di una vita 27 GENNAIO 2017 TEATRO ADA BRUNI I.C. VIA GIUSEPPE MESSINA 31 ROMA |